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lunedì 5 dicembre 2011

RE SOLO E IL SENSO DI RESPONSABILITA'


di Carlo Felici

La parola chiave con cui l'attuale monopartitismo imperfetto, costituito essenzialmente dalla diade PD-PdL, che consente oggi al governo Monti di sopravvivere e governare, è responsabilità.

Vediamo dunque cosa realmente e concretamente significa tale parola.
Responsabilità viene dal latino responsum, vocabolo da cui, a sua volta, deriva risposta e rispondere.
La responsabilità è, quindi, la capacità di dare risposte valide a domande, richieste o proposte. E, come sappiamo, più una risposta è efficace, convincente e tempestiva, più il senso di responsabilità si dimostra altrettanto persuasivo e concreto.

Come tutti hanno notato palesemente, il governo italiano, inizialmente eletto con un largo margine di maggioranza dagli elettori, ma poi ridottosi ad una maggioranza con pochi voti di scarto, a causa del passaggio disinvolto di alcuni parlamentari, dalla fiducia al governo all'opposizione, si è trovato nella necessità ed impellenza, in tempi assai rapidi, di dare risposte a delle urgenti richieste.
Di chi? Del popolo italiano, forse?

No, le richieste sempre più pressanti sono venute da qualcuno e da qualcosa che ormai ha di gran lungo surclassato il concetto stesso di democrazia e di sovranità popolare (lo vediamo anche dal nuovo articolo sul pareggio di bilancio inserito nella nostra Costituzione e votato con maggioranza bulgara); qualcosa di poco tangibile ma estremamente concreto, che è in grado, nell'era della globalizzazione a senso unico neoliberista, persino di smuovere le montagne, oltre che di stabilire il destino degli stati, dei popoli e anche della pace o della guerra nel mondo.
Questa “autorità assoluta”, molto di più di quanto lo fossero i sovrani nel XVII e XVIII secolo, perché perfettamente transnazionale, il cui motto non è “Lo stato sono io” ma, ancor più efficacemente “La ricchezza sono io” (e da che mondo è mondo ogni stato è sempre stato strettamente dipendente dalla ricchezza di cui ha potuto disporre), ebbene, questo RE SOLO, perché altre autorità ne ve ne sono, né in tale prospettiva assolutista, mai ve ne potranno essere, ha deciso che l'Italia doveva stringere la cinghia, fino a strozzarsi con le sue stesse mani.
O meglio, una trentina di persone ormai in grado di spostare enormi capitali da una parte all'altra del mondo, hanno scommesso tutte insieme che l'euro sarebbe crollato, cessando la sua misera esistenza definitivamente, proprio contando sulla perdurante debolezza economica e finanziaria di uno dei suoi paesi fondatori, e più simbolicamente ed economicamente significativi per la sua tenuta. Si sono così scatenati degli attacchi speculativi in maniera continuativa e crescente sui nostri titoli di stato e sul nostro mercato azionario.

L'Italia ha sì un debito enorme, ma non sta peggio degli USA né del Giappone che sono considerate grandi potenze economiche, come se non più del nostro paese, né il suo sistema finanziario e bancario è in condizioni peggiori di quello tedesco o francese. Però, fatto sta che, sul piano politico ed economico, si è dimostrata assai più fragile di tali paesi, o comunque meno “credibile” nella tenuta e solidità del suo sistema, perché, altrimenti, RE SOLO si sarebbe spuntato i denti nel tentativo di azzannarla. Invece, dati i risultati in borsa dell'ultimo anno, è sembrato che i suoi denti affondassero nel burro.
Colpa dei risparmiatori, dei lavoratori o dei pensionati? O piuttosto di un sistema fiscale tra i più inefficienti ed iniqui al mondo, di una classe politica tra le più corrotte e screditate, e soprattutto di una mancanza da parte di quest'ultima di dignità e prestigio nazionale ed internazionale?
Siamo seriamente propensi a credere alla seconda ipotesi.
Fatto sta che, però, l'intera classe politica italiana, salvo pochissime eccezioni, si è immediatamente affrettata, con la benedizione di un Presidente della Repubblica che ne rappresenta degnamente la storia e l'efficacia, a dare la famosa “risposta” indispensabile a mostrare il famigerato senso di “responsabilità collettivo”.
Ha saputo darla per proprio conto ed autonomamente, secondo mandato popolare?
Assolutamente no!
Ma ha delegato questo compito ad un “esterno”, “esperto professorale”, proprio perché sostanzialmente incapace di dare autonomamente una risposta da sé. Ecco, quindi, che già con questo si è rivelata irresponsabile. Incapace cioè di dare una risposta corrispondente ad un senso di responsabilità che fosse sua, e non di altri, per poi poter concretamente misurare l'efficacia e la valida conseguenza di tale risposta. Davvero una bella “furbata”, in perfetto stile italiota, perché se il “professore”, puta caso, fallirà sarà lui ad avere sbagliato, essenzialmente, "meno" di chi lo ha sempre sostenuto credendo nel suo operato. Un perfetto responsum da “scaricabarili”

E il nostro “professore”, piovuto direttamente dall'alto dell'olimpo in cui RE SOLO lancia i suoi strali senza requie alcuna, ha dato una vera “risposta” corrispondente ad un autentico senso di “responsabilità”? Ma soprattutto “a chi” l'ha data?
Non pare che al popolo italiano il nostro “olimpionico professore” abbia dato risposte convincenti, e forse nemmeno a qualcuno dei suoi ministri, che abbiamo persino visto piangere lacrime amare (che non vogliamo davvero credere fossero solo di coccodrillo) nel presentare la sua “manovra finanziaria”
Ma RE SOLO aveva uno scopo, e quello scopo è stato raggiunto, lui, quindi, la sua risposta l'ha avuta. Il gotha che sta progettando la fine dell'euro, voleva indebolire concretamente, sostanzialmente ed in maniera perdurante il tessuto sociale italiano, mettendolo seriamente in ginocchio, e con questa manovra c'è riuscito.
Per il colpo di grazia c'è sempre tempo, anzi, non è nemmeno opportuno darlo subito, ma attendere che lo stesso povero disgraziato ormai boccheggiante e prostrato sia lui stasso a chiederlo, quasi pregando. Ciò è sicuramente più efficace e divertente, e soprattutto consente di ottenere un analogo risultato anche con altri più facilmente.

La manovra che sarà messa in atto dall' “olimpico professore” probabilmente con la fiducia di tutta la congrega che invece avrebbe dovuto essere chiamata a rispondere di tale perdurante fragilità e nefandezza italiana, è fortemente recessiva. Piena di tasse, priva di investimenti e di privatizzazioni o vendite di beni o proprietà di uno Stato alquanto inefficiente ed elefantiaco, volutamente inefficace sul piano del riordino fiscale, perché non agisce in alcuna maniera sui nodi tuttora intricati e strutturali di un sistema che fa acqua da tutte le parti e consente una delle evasioni più alte d'Europa, tale manovra si limita a fare “cassa”, colpendo dove è più facile colpire, in perfetta continuità con tutti coloro che avevano già operato in tal senso nel nostro paese, ma almeno con un mandato politico. Essenzialmente da Amato in poi, e cioè da quando si è deciso di svendere progressivamente la nostra sovranità nazionale e il nostro ruolo di potenza economica nel mondo, duramente conquistato negli anni immediatamente successivi al dopoguerra da una classe politica cresciuta nel culto della Patria (sia che la intendesse in senso fascista che antifascista). Purtroppo la Patria degli italioti moderni (e non solo) si chiama TV.
L'aumento dell'IVA, delle tasse sulla casa, delle accise, dei bolli e via dicendo (ovviamente mantenendo eternamente esenti i grandi patrimoni e quelli del Vaticano) influirà negativamente sui consumi e sulla crescita economica, e deprimerà ulteriormente, dopo una breve ed effimera boccata di ossigeno, la nostra economia, spingendola verso ulteriori baratri recessivi e, ovviamente, esponendola ad ulteriori attacchi ancora più dirompenti e distruttivi. Ma è probabile che, per allora, l' “olimpico professore” sia tornato allegramente in compagnia di RE SOLO, nella sua corte privilegiata. Noi no, noi saremo ancora qui, ancora più vecchi, a boccheggiare per una pensione che non arriverà mai, o se e quando arriverà, non ci darà alcuna speranza di sopravvivere dignitosamente. Ma dei vecchi RE SOLO, ovviamente, non sa che farsene (a meno che non siano i suoi vecchi maggiordomi e cortigiani).

Tra gli anziani, nell'indifferenza generale, si sta diffondendo una malattia già ampiamente endemica nel terzo mondo: la denutrizione e malnutrizione, perché semplicemente non ce la fanno a comprarsi il cibo, è la cosiddetta “sindrome da frigo vuoto” che però loro pregano ogni giorno non si trasformi anche in “frigo rotto”, dato che sostituirlo per loro sarebbe una impresa “miracolistica”.
L'accesso alla terza età sarà dunque per molti di noi, e ancor di più per i giovani che ci seguiranno e saranno, come tutti, (a parte RE SOLO ovviamente) destinati ad invecchiare, sinonimo di accesso al “terzo mondo”, quando non al “quarto”, afflitto ormai da “prescindenza globale”
Abbiamo già un quadro “microcosmico” su scala nazionale, perfettamente corrispondente a quello "macrocosmico" su scala globale.

Il fatto che l' “olimpico professore” rinunci poi al suo compenso sa più di beffa che di altro, specialmente se la “calata” dall'olimpo viene vista come incarico a vita in quella “piazza senatoria” dove poco tempo fa la grande ammucchiata odierna appariva più agli occhi dei media e degli elettori come una grande e perdurante paludosa rissa, o foro circense.
E' vero, i “professori”, lo constatiamo con evidenza disarmante, sono destinati a fare un effetto “valium” prima ancora di insegnare qualcosa di valido e comprensibile.
E allora, citando l'intramontabile e beffardo La Russa (che ha detto che non voterà la reintroduzione dell' IGI)..:“Digiamolo”: per fare tutto quello che si è fatto, in fondo, non ci voleva un “professore”, sarebbe bastato di gran lunga un “ragioniere di seconda mano” o anche con “una mano sola”. Magari la “sinistra”..la “mano del diavolo”.
Tornando dunque alla questione iniziale, tutto questo strombazzamento sul senso di responsabilità a che cosa corrisponde? Ad una vera risposta? E a chi?
Possiamo dire francamente di sì, la riposta a RE SOLO che chiedeva di gran lena: “Schiacciate l'Italia e soprattutto il suo zoccolo duro di risparmiatori” è stata data. La pressa è in arrivo e sarà molto dolorosa.

Una recente ricerca della università di Kele, nel Regno Unito, pubblicata sul Journal of Pain (il giornale del Dolore) ha dimostrato che le parolacce, specialmente dette in modo assai estemporaneo e tempestivo aiutano a sopportare il dolore più degli antidolorifici.
Ebbene, a questo punto, con grande cura e senso di “responsabilità” una risposta possiamo, dobbiamo e vogliamo darla:
VAFFANCULO!
e questo è solo l'inizio..

C.F.

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